Le mie radici spirituali affondano probabilmente nella generazione dei miei genitori, una generazione che racconta di alcuni parenti con capacità particolari, come la sensitività e la capacità di offrire sollievo fisico attraverso tecniche manuali. È probabile che tutto ciò abbia influenzato il mio impulso irresistibile a esplorare l'ignoto, alla ricerca di una comprensione più profonda dell'esistenza umana.

"Un filo invisibile"

Da bambino, amavo stare all'aperto, tra gli alberi e le piante. Non sempre andavo a cercare conforto in loro, ma in alcuni momenti mi piaceva fermarmi e guardarli. Ricordo che, con un mio amico, avevamo creato un rifugio tra due piccoli alberi, usando le loro chiome. Lì mi ritiravo per stare in silenzio, ascoltando il vento o la pioggerellina che batteva sui rami e il tutto mi offriva una piacevole sensazione di protezione.

Mi ricordo anche quando mi feci male da bambino, piccole escoriazioni durante i giochi. Nel tentativo di lenire il dolore, cercavo conforto nelle foglie di un albero, sperando che potessero guarire le mie ferite. Oltre al sollievo, mi affascinava l'idea di essere "aiutato" dalle piante, come se avessero un potere speciale. Ovviamente, quei tentativi non ebbero molto successo, e alla fine dovetti ricorrere ai classici cerottini. Solo ora so che le piante hanno effettivamente dei poteri curativi, ma per ottenere risultati reali bisogna conoscere la pianta giusta e come usarla correttamente. Allora, però, non sapevo nulla di tutto ciò, e quei gesti rimanevano solo un modo per cercare qualcosa di strano che mi desse conforto.

Ancora oggi, mi piace osservare le piante quando il vento le muove. Le foglie che si agitano e i rami che si piegano. Mi affascina quel movimento semplice e il suono che fanno.

A sette anni, mi divertivo a fare quelle che chiamavo "sedute spiritiche", anche se in realtà erano più un gioco che una cosa seria. Eppure, mi affascinava quel senso di mistero, come se stessimo cercando di evocare qualcosa di speciale, ma alla fine, tutto si risolveva tra sorrisi e risate. Un ricordo particolare è legato a una simpaticissima signora anziana che ci ospitava e che, con la sua dolcezza e allegria, rendeva quei momenti ancora più speciali.

A nove anni, ebbi una premonizione che mi colpì. Non la capivo, ma la sentivo. Fu allora che iniziai a pregare ogni giorno, anche se non sapevo bene cosa cercavo. Sentivo solo che qualcosa dentro di me stava cambiando.

Un altro ricordo importante è quando, durante una vacanza a Milano, andai con mia zia in un famoso studio di massaggi. Mentre aspettavo seduto, guardavo attraverso la porta socchiusa il massaggiatore al lavoro. Mi colpirono i suoi movimenti, così delicati e precisi. Probabilmente si accorse che stavo osservando con interesse e mi chiamò, chiedendomi se volevo provare a massaggiare la gamba di mia zia. All'inizio ero un po' esitante, ma poi accettai. Mi diede un po’ d'olio e mi spiegò come fare. Mi ricordo ancora che mi disse: "Muovi la tua mano verso l'alto, dal piede verso il ginocchio". Questo piccolo gesto aprì in me la curiosità e la voglia di sperimentare questa nuova esperienza.

Tornato a casa, iniziai a "massaggiare" mio padre, che soffriva di un forte dolore alla spalla, ogni volta che ne aveva bisogno. Non avrei mai immaginato che fosse così utile, ma il suo dolore migliorò davvero. Quel gesto, seppur semplice, posso dire che aprì la strada a quella che, anni dopo, sarebbe diventata una parte della mia professione.

Nel tempo, ho continuato a cercare modi per unire corpo, mente e spirito. Sento che esiste una connessione invisibile tra tutte le cose, che non si vede, ma che si può percepire se ci si ferma ad ascoltare.

Posso dire che questo è stato l'inizio di un cammino che, dopo anni, finalmente ha preso forma.

Se sei curiosa/o di scoprire come queste esperienze abbiano plasmato il mio percorso, ti invito a proseguire nella lettura. Ogni capitolo ti condurrà più a fondo in questa continua ricerca di equilibrio e armonia.