L'"oscurità" è entrata improvvisamente nella mia vita quando avevo 11 anni, manifestandosi attraverso una grave acne cistica che ha segnato il mio viso e il mio torace. Questo problema fisico non è stato solo un fastidio esteriore, ma ha portato con sé un profondo disagio psicologico che ha messo alla prova la mia forza interiore e il mio desiderio di vivere.
Ho subito derisioni e offese da parte di alcuni coetanei, ma col senno di poi, capisco che probabilmente le loro parole nascevano da una difficoltà nel comprendere qualcosa che non riuscivano a spiegarsi. Non c'era intenzione negativa, ma piuttosto una reazione a ciò che, per loro, risultava strano e incomprensibile.
Ricordo quanto mi vergognavo a guardare le persone negli occhi, temendo di non piacere o di essere giudicato. Il mio corpo, trasformato dalle cisti, era un peso che portavo con difficoltà, tanto che per anni mi è stato difficile anche indossare maglie o dormire a pancia in giù, a causa del dolore che queste cisti mi provocavano.
Amavo giocare a calcio, ma ogni volta che il pallone colpiva il mio torace, provavo una sofferenza che cercavo di nascondere dietro un sorriso che non rifletteva il mio stato d’animo. Per cercare di proteggermi, ho indossato una maschera di indifferenza e ho lasciato che l’ego prendesse il sopravvento. La mia adolescenza è stata segnata dalla paura, dall’insicurezza e dalla mancanza di fiducia in me stesso.
Questo stato interiore ha avuto ripercussioni su tutto, dalle scelte scolastiche alle responsabilità che dovevo affrontare. Ho evitato le sfide e, a lungo, non sono riuscito a vivere pienamente il mio potenziale. Solo quando ho capito che nascondere la paura e il senso di inadeguatezza non avrebbe mai risolto il problema, ma al contrario avrebbe solo peggiorato la mia situazione, ho iniziato a cambiare. Quella presa di coscienza ha segnato l'inizio di un profondo percorso di crescita interiore e spirituale.